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Immagine del redattoreClaudio De Marzo

Ritirate tutte le copie del libro su Matteo Boe, decisione giusta ? giudicate voi stessi.


Il giudice del Tribubale civile di Nuoro, Salvatore Falzoi, ha ordinato con un decreto di "non pubblicare o divulgare il libro Bandito - Matteo Boe: la vita, il carcere, la libertà, scritto dalla giornalista Laura Secci, per le edizioni Il Maestrale di Nuoro". Ne dà conto La Nuova Sardegna, che dal 9 gennaio scorso aveva distribuito il libro in tutte le edicole in abbinamento al quotidiano.

Il provvedimento segue il ricorso presentato dall'avvocata Anna Rita Mureddu, che tutela gli interessi dell'ex latitante di Lula, protagonista di una rocambolesca evasione dal carcere dell'Asinara (nel 1986), tornato in libertà il 25 giugno 2017 dopo 25 anni di reclusione, 20 dei quali comminatigli per il sequestro di Farouk Kassam. Il giudice ha accolto la domanda cautelare fissando per il 21 gennaio alle 9.30 l'udienza di comparizione delle parti. E quella sarà la sede nella quale si comprenderanno le ragioni del ricorso, del provvedimento e le spiegazioni che vorranno offrire la casa editrice e l'autrice del libro, tutte due "sorprese" dalla decisione del Tribunale.

Il volume vede la sua genesi in una fitta corrispondenza tra Laura Secci, iniziata nel 2012, e Boe. Proseguita con una serie di incontri tra lei e l'ex latitante nel carcere di Opera, dove stava scontando la pena. E proprio Laura Secci (origini sarde, laurea in Filosofia a Pisa, una lunga parentesi nell'Esercito con diverse missioni in Medio Oriente, dal 2009 giornalista per La Stampa) è la persona che ha atteso Boe fuori dal penitenziario, il giorno della sua scarcerazione, per poi allontanarsi con lui in auto.

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